È stato approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2014 del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili da parte dei rappresentanti degli Ordini territoriali – presenti 125 su 144 – durante l’Assemblea del primo luglio, svoltasi a Roma presso la sede del Coni.
Si tratta del tradizionale appuntamento con i presidenti ed i vicepresidenti che rappresentano la professione a livello locale e che hanno apprezzato ancora una volta l’idea del Consiglio di fargli avere un ruolo attivo nei processi di approvazione dei conti dell’organo nazionale, con particolare riferimento al bilancio preventivo e consuntivo.

La giornata di lavori è iniziata con la lunga relazione di Gerardo Longobardi, presidente dei commercialisti italiani, sull’attività svolta dal Consiglio nazionale. L’Assemblea ha anche offerto lo spunto per un confronto tra rappresentanti nazionali e locali al fine di tracciare insieme la traiettoria verso cui indirizzare il lavoro futuro.
“È stato un anno difficile – ha affermato Longobardi – perché abbiamo dovuto rimettere in moto una macchina complessa come il Consiglio nazionale, amalgamare una squadra di governo, riannodare i fili interrotti di necessarie relazioni istituzionali, riconquistare spazio nei numerosi dibattiti sulle questioni di nostro interesse. E’ stata un’attività frenetica per la ferma volontà di riconquistare alla nostra professione gli spazi perduti, per riportare la voce dei commercialisti al centro dei dibattiti, per non far mai mancare il nostro apporto ai tavoli di discussione”.

Sul fronte interno, il Consiglio ha lavorato per adeguare i Regolamenti della professione alle disposizioni normative dettate dalla riforma delle professioni, deliberando quelli per la funzione disciplinare, la formazione professionale continua ed il tirocinio. Il primo immediatamente applicabile, gli altri due in attesa di approvazione da parte del Ministero della Giustizia.
Longobardi è poi passato ad analizzare i progetti strutturali a cui il Consiglio si è dedicato: le Scuole di alta formazione per la specializzazione degli iscritti e la Rete del valore per gli studi professionali.

“Siamo impegnati nell’elaborazione di progetti strutturali di sostegno allo sviluppo della professione – ha spiegato il presidente dei commercialisti –. Le Saf daranno agli iscritti, soprattutto a quelli più giovani, la possibilità di conseguire, nelle materie di competenza ed in quelle più innovative, una preparazione tale da accedere a nuove ed ampie opportunità di affermazione professionale per non vivere più quasi esclusivamente di contabilità e dichiarazioni fiscali. Per questo motivo, in futuro chiederemo al legislatore di prevedere normativamente tali specializzazioni nel nostro ordinamento professionale, quando verrà riformato”.

Alla stessa esigenza di sostegno ed ampliamento delle competenze risponde il progetto Rete del Valore che parte dal limite rappresentato dalla ridotta dimensione degli studi professionali, dei commercialisti in particolare.
“Con tale progetto – ha continuato Longobardi – si intende promuovere l’integrazione nell’offerta dei servizi, da quelli core a quelli meno caratteristici, dello studio del commercialista in modo da esaltarne le performance ed assicurare alla clientela i servizi richiesti. Credo che non esista progetto più strutturale per l’utilizzo dell’avanzo di gestione. A tale proposito, ringrazio i sindacati e alcuni Ordini territoriali per i suggerimenti che ci hanno dato. Su una cosa ci troviamo d’accordo: l’avanzo deve essere restituito agli iscritti non già in forma monetaria, ma con erogazioni di servizi e di utilità, anche e non solo attraverso gli Ordini territoriali”.
Longobardi, soffermandosi poi sul tema della razionalizzazione della struttura delle società partecipate dal Consiglio nazionale, e facendo riferimento alla fusione tra la Registro Revisori Legali con la società Service, ha sottolineato non solo l’eliminazione di un collegio sindacale e la riduzione del numero dei componenti del nuovo cda da 5 a 3, ma anche rassicurato che “abbiamo rinunciato alla scatola “registro revisori”, ma non al suo contenuto. Vi assicuro che faremo di tutto per portare a casa il Registro dei revisori”.
Il presidente ha fatto poi riferimento al codice di autoregolamentazione di sciopero adottato dalle sette associazioni riunite in coordinamento sindacale, auspicando “una celere condivisione tra Consiglio nazionale e sindacati su una delle questioni essenziali per la professione così da non trovarci impreparati nel momento in cui si realizzassero le sacrosante condizioni per proclamarlo, conferendogli dunque massima risonanza e, soprattutto, efficacia”.

Longobardi ha fatto anche appello all’unità, facendo chiarezza sul tema di un’eventuale proroga del mandato del Consiglio nazionale, da qualche parte ventilata. “Appare evidente – ha spiegato – che la questione non è nella nostra disponibilità, non è stata mai messa all’ordine del giorno dei lavori di questo Consiglio, né mai lo sarà. La nostra intenzione è lavorare a favore degli iscritti e portare a casa il maggior numero di risultati entro la normale scadenza del 31 dicembre 2016”.

Altro tema importante è stato l’impatto delle nuova geografia giudiziaria sugli Ordini territoriali dei commercialisti. “Sul punto, il Consiglio nazionale ha lavorato con attenzione e circospezione, come noto ai rappresentanti degli Ordini interessati. E l’occasione si è presentata con le elezioni che si sono tenute di recente presso il commissariato Ordine di Castrovillari. In quell’occasione il commissario ha predisposto le liste senza tener conto degli iscritti del sopprimendo Ordine limitrofo di Rossano Calabro. E tale comportamento, ben noto a questo Consiglio, è stato implicitamente avallato dal Ministero della Giustizia. Ciò posto, se da un lato esistono segnali diretti e indiretti che militano a favore dell’esistenza in vita almeno sino al 31 dicembre 2016 di Ordini che già lo scorso anno dovevano considerarsi cancellati, credo che sia difficile mantenere inalterato l’attuale assetto territoriale dei nostri Ordini, salvo eventuali proroghe, disposte ex lege, degli Ordini stessi, oltre il 31 dicembre 2016”.

Sul fronte dell’interlocuzione istituzionale, i commercialisti hanno lavorato per riannodare i rapporti persi ed accreditarsi come imprescindibili interlocutori per tutte le tematiche economiche, fornendo idee e soluzioni, non mancando i numerosi appuntamenti istituzionali, soprattutto quelli con il Parlamento dove spesso vengono ascoltati nel corso del procedimento legislativo.

“Non abbiamo mai fatto mancare il nostro apporto – ha precisato Longobardi –, in particolare sui temi sensibili per la professione e così abbiamo rappresentato al Parlamento, al Mef e all’Agenzia delle Entrate la necessità di rendere l’applicazione delle norme, soprattutto quelle fiscali, meno onerosa per cittadini e professionisti che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento del sistema fiscale. Noi commercialisti sosteniamo con forza il processo di semplificazione del fisco e siamo favorevoli alle innovazioni, come la fatturazione elettronica e l’operazione 730 precompilato, ma non possiamo fare a meno di sottolineare alcuni elementi di forte criticità che il CN ha subito segnalato nelle sedi istituzionali in cui è stato audito”. Il riferimento è alla norma che, in caso di visto di conformità infedele sul 730, prevede che professionisti e Caf paghino le maggiori imposte, i correlati interessi e le sanzioni che, ordinariamente, sarebbero state richieste al contribuente. “Continueremo a batterci affinché tale disciplina, unica nel panorama tributario, venga abrogata, facendoci parte attiva in un futuro incidente costituzionale, supportando i colleghi raggiunti da provvedimenti sanzionatori, approntando dei modelli di ricorso con l’ausilio di insigni costituzionalisti e tributaristi”.

Nel frattempo, i commercialisti hanno ritenuto prioritaria un’interlocuzione con Mef e Agenzia delle Entrate da cui sono scaturiti i successi sul 730 precompilato e sulla voluntary disclosure, come l’assicurabilità del rischio derivante dalla nuova responsabilità a carico di professionisti e Caf nei casi di infedeltà del visto sul modello 730. “L’Ivass ha ammesso la possibilità di stipulare polizze assicurative che garantiscano anche le somme corrispondenti alle imposte e agli interessi. Abbiamo raggiunto un obiettivo insperato e ciò è grazie al tavolo tecnico attivato, su nostra sollecitazione, presso l’Agenzia delle Entrate”. Senza dimenticare la partenza, il prossimo 8 luglio, del tavolo convocato dal Mef dove i commercialisti – insieme a Confindustria e Rete imprese – faranno le loro proposte e daranno i loro suggerimenti per ridurre di almeno del 30% quei 17 miliardi che le imprese spendono per adempimenti fiscali ed amministrativi.

Alla relazione del presidente sono seguiti gli interventi del tesoriere Roberto Cunsolo che ha illustrato il bilancio consuntivo 2014, del segretario Achille Coppola sul piano delle performance del Consiglio nazionale, e del consigliere delegato alla Tariffa Giorgio Luchetta, che ha illustrato il software per la predisposizione del mandato professionale, disponibile gratuitamente per tutti i commercialisti.

Nella seconda parte della giornata sono intervenuti i presidenti locali che hanno apprezzato l’utilizzo dell’avanzo di gestione per la realizzazione di progetti strutturali a favore degli iscritti e degli Ordini territoriali, sottolineando al contempo l’importanza di temi vecchi e nuovi: riforma dell’ordinamento professionale, Registro dei revisori, proroga del mandato del Consiglio nazionale, esercizio abusivo della professione, accesso ai bandi comunitari per i professionisti.
L’Assemblea si è conclusa con l’arrivederci del presidente Longobardi a Milano dove, dal 15 al 17 ottobre, si svolgerà il congresso nazionale dei commercialisti “Semplificare per crescere. I commercialisti energia per lo sviluppo”.

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