“Il Valutatore”, primo romanzo del commercialista vicentino Andrea Cecchetto, è ambientato a Vicenza, nel mondo di commercialisti e avvocati, e ruota intorno ad un tema prettamente tecnico, quello delle valutazioni d’azienda.

È arricchito dalla prefazione del valutatore, il professor Silvano Corbella, e dal cameo finale scritto dall’avvocato Lamberto Lambertini, a sintetizzare il parallelo fra commercialisti e avvocati. A chiudere la storia un’appendice che richiama i tecnicismi citati nel romanzo approfondendoli e citando la dottrina in materia per il lettore tecnico.

La storia narrata è incentrata sul protagonista, il commercialista valutatore Antonio Mariotti che, ormai prossimo alla fine della propria carriera professionale e dopo aver assistito in Tribunale a Vicenza ad un’ingiustizia a scapito delle nuove generazioni, decide di riunire periodicamente un gruppetto di giovani commercialisti e un praticante per insegnare loro come si valutano le aziende, individuare il successore alla guida del suo studio e far riscoprire ai ragazzi e alla sua categoria il significato di essere dominus e professionisti.

Vari gli ostacoli che si porranno davanti al protagonista: diversi colleghi, avvocati e il Covid-19 che, ad un certo punto della vicenda, irrompe sulla scena a scombussolare le vite e i destini di tutti.

Approccio tennistico, opere e brani musicali e casi valutativi esposti offrono spunti diversi tratti dal mondo professionale. Nel romanzo, inoltre, non appare solo la vicenda umana e intima di Mariotti. Ci sono i ragazzi, con il loro viaggio “conradiano” interiore e professionale: inizialmente le paure e le difficoltà della partita della vita, che tuttavia lasciano spazio al superamento della linea d’ombra, raggiungend, grazie al supporto di Mariotti quel senso di responsabilità e consapevolezza che li farà entrare a pieno titolo nel mondo della professione. Tracciando idealmente anche il sentiero per un ricambio generazionale non solo nei loro studi professionali, ma anche nell’ambito di una futura classe dirigente.

“L’auspicio – afferma l’autore – è che i giovani sappiano cambiare, tentare e rischiare per ricercare un nuovo equilibrio insieme alle generazioni precedenti. E che i senior siano come il Ctu del romanzo, Paolo Marchesi, disponibili al confronto perché dotati della necessaria preparazione tecnica abbinata ad una certa dose di umiltà”.

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