Famosa per essere la Città dei Papi, delle acque termali e della Macchina di Santa Rosa, Viterbo è un capoluogo di antica origine etrusca e di grandi tradizioni storiche che conserva un assetto monumentale tra i più importanti del Lazio. È qui che fu coniato il termine “conclave” in occasione dell’elezione papale più lunga della storia che durò 33 mesi ed un giorno (dal 1268 al 1271). Ed a proposito di conclave, viene subito in mente papa Francesco ed il presunto boicottaggio a suo danno messo in atto dai cardinali conservatori.

Abbiamo chiesto a Marco Santoni, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Viterbo,cosa pensa dello scandalo Vatileaks 2 sulle finanze vaticane e della trasparenza finanziaria della Città del Vaticano. Per Santoni l’argomento è ovviamente delicato, «il sottoscritto non ha né le conoscenze né l’autorevolezza per trattarlo, ma sicuramente la Chiesa ed il Vaticano sono chiamati ad un passaggio difficile. Da un lato, la gestione di un potere temporale costruito in millenni e composto dai beni della Chiesa che devono e dovranno essere mantenuti e valorizzati con un enorme dispendio di energie e conoscenze; dall’altro, un mondo che è cambiato e che chiede più professionalità e trasparenza». Il presidente dei commercialisti si chiede, per esempio, «quanti di noi hanno figli che frequentano scuole cattoliche la cui gestione amministrativa, economica e finanziaria è ancora affidata alla suora ottantenne dotata di foglio e calamaio? E’ chiaro che non mi aspetterei, di fronte ad un ipotetico controllo, una “totale compliance” in materia di privacy o di antiriciclaggio. Insomma, penso che molti problemi siano dovuti al fatto che il “core business” del Vaticano non è certo, e per fortuna, quello di fare finanza o addirittura riciclaggio e quindi probabilmente il clero ha sottovalutato, non percependoli come tali, i pericoli di condotte poco trasparenti e non conformi alle stringenti normative. Un modus operandi magari accettabile cento anni fa, ma non oggi. Situazioni che hanno favorito, purtroppo, l’avvicinarsi di personaggi poco raccomandabili. Sono affascinato dalla figura del Santo Padre e ne condivido l’approccio orientato verso il vero core business della Chiesa”.

La città
Ma Viterbo è anche la città della macchina di Santa Rosa che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità nell’ambito della Rete delle grandi macchine a spalla. Fiore del cielo (macchina dal 2009 al 2013) è stata esposta anche ad Expo, all’interno della mostra “I Tesori d’Italia” che, curata da Vittorio Sgarbi, ha raccolto 350 opere scovate in tutte le regioni italiane. L’operazione di marketing turistico voluta dal sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, porterà più visitatori in città? «Le festività di Santa Rosa ed il suggestivo, ed a tratti stupefacente, trasporto della Macchina rappresentano per Viterbo un’occasione unica per aprire le porte della città nel vero senso della parola. Viterbo, infatti, è una delle più importanti città murate d’Europa. La festa, per troppi anni, per secoli, ha rappresentato un momento quasi d’intimità tra i viterbesi e la loro Santa». Per questo motivo, Santoni ritiene che il sindaco Michelini abbia fatto bene a promuovere la conoscenza dell’evento attraverso la partecipazione ad Expo perché sicuramente la platea dei visitatori dell’esposizione universale avrà colto queste sollecitazioni. «Viterbo e la Tuscia», per il presidente dei commercialisti, «possiedono, oltre ad un territorio meraviglioso, un grande patrimonio culturale, storico ed artistico. Contribuire alla sua promozione, mantenerlo in vita, trasformarlo da costo per la collettività in “opportunità” per il territorio può rappresentare la sfida del futuro che vedrà i commercialisti ancora una volta al fianco di coloro che raccoglieranno il guanto per assisterli e consigliarli, garantendo così le necessarie ed indispensabili professionalità».

L’Ordine dei commercialisti
Nel 2015 gli iscritti all’Ordine di Viterbo sono 467, con una crescita del 2%, mentre i praticanti sono diminuiti del 14,1% rispetto all’anno precedente. Per Santoni si tratta di dati in parte in linea con quelli nazionali, ma che rappresentano un campanello d’allarme per le prospettive future della professione. «Non possiamo sottovalutare», afferma, «la preoccupante diminuzione delle iscrizioni dei praticanti. Tale fenomeno è sicuramente la risultante di più fattori quasi tutti negativi, ma, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, in questo trend è presente anche qualche elemento positivo. Sicuramente c’è una maggiore consapevolezza da parte dei giovani sull’importanza di intraprendere una strada precisa senza provare, una volta laureati, tutte le strade praticabili a prescindere dalle proprie inclinazioni e aspirazioni». Insomma, la categoria di quelli che, in attesa di qualcos’altro, intanto si iscrivono alla pratica è molto diminuita. Inoltre, sempre secondo Santoni, «come spesso succede in Italia, il provvedimento di legge che ha disposto la riduzione del praticantato da 36 a 18 mesi non ha sortito i risultati sperati, tutt’altro. Complici anche le convenzioni poco chiare con le università, il provvedimento, soprattutto prima dell’insediamento del nostro Consiglio nazionale, ha di fatto sortito un allontanamento, un minor appeal della professione agli occhi dei neo laureati. In ultimo, va sottolineato che, all’inizio della professione, le prospettive di redditività ed autonomia economica sono, nel nostro caso, ridotte e raggiungibili solo dopo molti anni di attività. Questa è sicuramente una discriminazione che dobbiamo combattere con grande responsabilità e determinazione. Penso, solo per fare un esempio, al riconoscimento economico di tutte le attività telematiche effettuate ormai dalla nostra categoria per conto e nel nome dello Stato: ecco, queste per i giovani potrebbero rappresentare, se valorizzate, un’importante risorsa iniziale di reddito».

La formazione professionale
Sul sito dell’Ordine c’è una sezione dedicata agli eventi formativi, un elenco ricco ed articolato suddiviso in corsi, convegni, seminari, videoconferenze e master. «Stiamo promuovendo una formazione non come obbligo da assolvere ma come opportunità di crescita», spiega il presidente di Viterbo, «provando ad offrire un ampio ventaglio di opportunità sempre meno generaliste e più specialistiche. Siamo aiutati in questo anche dalle sollecitazioni e dai lavori prodotti dalle commissioni di studio dell’Ordine che rappresentano le istanze dei loro partecipanti e, quindi, di tutti o almeno buona parte degli iscritti». Non mancano anche eventi più informali come le iniziative “Studiamo insieme”, promosse dalle commissioni che vogliono riunire gli iscritti presso la sede dell’Ordine per cercare di approfondire tematiche, magari dell’ultima ora, studiando in gruppo in un luogo neutrale, al di fuori delle pressioni e delle influenze dei singoli studi professionali. Ma quali sono i problemi specifici che incontrano gli iscritti? «La nostra professione ha risentito forse più di altre di questa lunga crisi economica. Le riforme a “costo zero” promosse dai nostri governanti in questi ultimi anni hanno prodotto un’infinità di ulteriori adempimenti che, sommati all’altissima percentuale di clientela non pagante, hanno fatto sì che molti studi, soprattutto quelli aventi come attività principale i servizi contabili e fiscali, si trovassero oberati di lavoro 365 giorni l’anno, sopraffatti da problemi di natura finanziaria sempre più gravi e pressanti». Per questo il presidente Santoni è dell’opinione che la forza dei commercialisti risiede nel sapersi adattare alle situazioni, costruendo la professione esattamente come un sarto sa cucire un vestito su misura: tenendo conto delle esigenze del momento. E che il futuro del commercialista sia sempre più accanto alle imprese e non dietro le spalle dell’imprenditore. «Sono altresì convinto che tutto inizia comunque dalla contabilità, la cui importanza rimane fondamentale, a prescindere dalle alterne esigenze che scaturiscono dalle normative fiscali che si avvicendano. Una contabilità veritiera e corretta, trasparente ed in grado di fotografare l’azienda per poterla porre all’interno del sistema economico nella posizione che le compete, rappresenta la sfida del futuro anche per la piccola e media impresa. Senza una contabilità affidabile non vi può essere neanche la “cultura del controllo”. Questa è l’altra grande sfida che vede la nostra categoria protagonista».

L’economia nella Tuscia
Secondo il Rapporto Movimprese di Unioncamere, si è verificata una crescita delle imprese soprattutto nel settore agricolo e nel commercio. noltre, buone notizie ci sono anche per il sistema economico della provincia che, secondo la Camera di commercio, grazie al comparto agroalimentare ha registrato nel primo semestre 2015 un aumento delle esportazioni del 16,4%, maggiore della media regionale (+14,4%) e nazionale (+5%). L’economia riparte anche da qui? «Si nota sicuramente nei nostri territori», risponde Santoni, «questo grande e rivitalizzato interesse per il settore agroalimentare, con un passaggio verso un approccio più imprenditoriale, più orientato ai mercati esteri, più aperto allo studio ed all’innovazione. Questa evoluzione sicuramente vede come importanti attori sia l’Università della Tuscia sia la locale Camera di commercio, che sta promuovendo la conoscenza di importanti opportunità quali ad esempio le reti d’impresa. Per un territorio come quello della Tuscia risultano di fondamentale importanza il radicamento e la conoscenza. Mi preoccupa, e non poco, l’approccio generalista e poco attento ai territori dei nostri governanti, in questi ultimi anni. L’accentramento, il concetto che l’efficienza, la stabilità e l’economicità si trovino negli accorpamenti e nella grande dimensione mi vede in parte critico e preoccupato. I nostri territori, non certo ricchi, per crescere hanno bisogno di Istituzioni che li conoscano a fondo e li amino, ne comprendano le esigenze e ne promuovano le potenzialità. Non riesco ad immaginare la Tuscia priva di una Camera di commercio, di un sistema creditizio locale, di un Ordine dei commercialisti radicato nel territorio. La nostra professione – noi che la esercitiamo lo sappiamo bene – è diversa anche tra paesi della stessa provincia».

La Consulta delle professioni
Il presidente dei commercialisti è anche il rappresentante della Consulta dei professionisti nella Camera di commercio di Viterbo, un incarico orientato a promuovere e coordinare iniziative, idee e competenze delle categorie professionali a favore delle imprese del territorio. «Le professioni», spiega Santoni, «risentono, oltre che della già richiamata crisi economica, anche dei continui attacchi perpetrati dai governanti di turno. Essere tra i maggiori contribuenti, non rappresentare un peso o un problema organizzativo per lo Stato, contribuire molto spesso gratuitamente alla risoluzione dei problemi della PA, essere dotati di autonome casse di previdenza evidentemente non è sufficiente. È ormai assodato che la nostra è una Nazione dove se un settore o una categoria di lavoratori emerge e si distingue sugli altri, invece di evocare pulsioni emulative al fine di garantire “eguaglianze redistributive”, si attacca e si cerca di distruggere». Ma i professionisti continuano, attraverso l’attività della Consulta, che rappresenta un incubatore di idee, un presidio strategico di competenze messe a servizio del territorio, il loro servizio a favore della comunità. «Solo per fare un esempio», conclude Santoni, «la Consulta sta proponendo gratuitamente alle amministrazioni locali uno studio di fattibilità per la realizzazione di una pista ciclabile intorno al lago di Bolsena, un progetto ambizioso che porterebbe, anche in termini di turismo, un contributo enorme per il territorio».

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