Crescita degli studi individuali e, contemporaneamente, dell’interesse per le specializzazioni. I due dati più significativi e in parte contraddittori emersi dalla ricerca condotta dalla Fondazione nazionale dei commercialisti sono stati al centro del dibattito svoltosi nella prima giornata del Forum dei commercialisti, organizzato a Milano da Italia Oggi. Preoccupa la fatica che incontrano i processi di aggregazione tra i commercialisti. Ma per il presidente della categoria , Massimo Miani, la strada della costituzione di studi associati e di Società tra professionisti resta quella da seguire. “La frammentazione, figlia probabilmente della crisi economica che abbiamo vissuto, ci rende più deboli”, ha affermato, “rendendo più difficile anche affrontare la sfida del cambiamento che ci attende”.  Per questo Miani ha chiamato in causa la politica, rivolgendosi al presidente della Commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, per chiedere incentivi concreti alle aggregazioni e più attenzione per la professione.  Un’attenzione finora mancata anche in tema di fatturazione elettronica. Miani è tornato a lanciare l’allarme sul grado di impreparazione delle piccole e medie imprese di fronte ad un passaggio così significativo e  ha ribadito la richiesta della categoria di un’introduzione scaglionata della norma, a seconda delle dimensioni delle imprese per numero di dipendenti. “Ancora una volta”, ha detto, “si introducono misure con il solo scopo di fare gettito, non con quello di avviare processi utili e virtuosi con la dovuta ponderazione”.  “Cosi facendo”, ha proseguito, “siamo sempre costretti ad inseguire le novità, non a gestirle al meglio”.

Decisamente più positivi i numeri della ricerca della Fondazione nazionale che testimoniano un interesse crescente per studi sempre più specializzati. Una conferma, per il presidente dei commercialisti, della giustezza della battaglia per il riconoscimento delle specializzazioni portata avanti dal suo Consiglio nazionale, “sorprendentemente bocciato dalla politica nella scorsa legislatura”.

Di “ruolo fondamentale delle professioni, owner di processi delicatissimi, specie in una realtà  come la nostra fatta in prevalenza di piccole e medie imprese” ha parlato nel suo intervento Claudio Rorato, direttore degli Osservatori professionisti e innovazione digitale del Politecnico di Milano.  Rorato ha però molto insistito sulla necessità, per tutte le professioni italiane, di ridefinire la propria presenza in un contesto in rapidissima evoluzione.

“Con l’agenda digitale europea”, ha spiegato, “si vuole costruire un mercato unico digitale, con protocolli e linguaggi condivisi. Questo è ormai l’ecosistema di riferimento”. “L’innovazione digitale è un processo irreversibile”, ha proseguito, “snobbarla significa autoemarginarsi dal mercato. Dobbiamo investire in alfabetizzazione digitale. Essere umano e professionisti resteranno centrali, ma va compiuto uno sforzo adattativo”.  Secondo Rorato sta cambiando la domanda nei confronti delle professioni. Le imprese le apprezzano per la fornitura di servizi tradizionali, ma si sentono “poco seguite”. Per il docente del Politecnico tra imprese e professionisti si sta modificando il rapporto fiduciario, con il rischio che diventi meno solido. “Sta mutando anche il contesto competitivo delle professioni. Prima era facilmente identificabile, ora le startup stanno disintermediando il professionista,  industrializzando processi molto standardizzati” . Di fronte ad una rivoluzione tanto evidente di paradigmi, bisogna saper gestire le novità. A cominciare dalla stessa fatturazione elettronica che, per Rorato, non è “un mero documento fiscale, ma un elemento potenzialmente in grado di modificare il modello organizzativo degli studi, un nuovo asset in pancia”.  Da una lettura intelligente dei dati delle fatture che arriveranno ai professionisti potrà derivare l’ampliamento del portafoglio servizi. Così come serviranno nuove competenze e abilità diverse per il personale degli studi.

Tornando alla più stretta attualità politica, Carla Ruocco ha sottolineato la sua personale volontà di ascolto nei confronti dei commercialisti, delle loro richieste e delle loro proposte. Sulla fatturazione elettronica ha ricordato che nella commissione parlamentare da lei presieduta c’è un’ampia maggioranza favorevole alla riduzione delle sanzioni nel primo anno di applicazione.

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