È positivo il bilancio dei protocolli attivati a livello territoriale ad un anno dalla firma dell’accordo nazionale tra CSVnet e il Consiglio nazionale dottori commercialisti e degli esperti contabili. I patti locali già stipulati sono 19, ma la lista è destinata presto a crescere: in altri 10 casi si attende infatti la firma a breve. Si è insomma aperta la strada alla piena collaborazione tra gli Ordini territoriali dei commercialisti ed i Centri di servizio per il volontariato, per fornire servizi di formazione e consulenza sempre più qualificata agli enti del terzo settore (Ets) alle prese con i nuovi adempimenti previsti dalla riforma.

Da nord a sud, ecco tutti i Centri di servizio che hanno già formalizzato le intese locali.

In Valle d’Aosta, il Csv regionale ha siglato il protocollo nel mese di novembre 2018, aggiungendo un importante tassello alla sua attività proprio a ridosso del ventennale della propria costituzione.

In Lombardia, per le associazioni che aderiscono al Csv di Monza-Lecco-Sondrio il supporto dei professionisti contabili sul tema della riforma si è aggiunto a quello relativo ad altri ambiti, già in essere da diverso tempo.

Nella lista compare anche la Liguria, con il Csv di Genova che ha avviato la sua collaborazione con l’Ordine territoriale dei commercialisti ad ottobre 2018 e ora può accompagnare le associazioni in maniera più qualificata nel percorso di modifica e aggiornamento degli statuti.

In Piemonte è stato il Csv di Torino il primo ad intraprendere la strada aperta dall’accordo nazionale tra CSVnet e Cndcec, per organizzare iniziative di informazione e formazione, attraverso corsi, seminari, convegni, pubblicazioni sui temi della riforma.

In Veneto si contano 5 province su 7 in cui il patto tra Csv e professionisti contabili ha già preso forma. Quello del Csv di Verona è arrivato a soli tre mesi dall’intesa siglata dall’Associazione dei centri di servizio per il volontariato, con l’obiettivo di produrre una sinergia condivisa in grado di rendere più efficaci i servizi offerti agli enti del terzo settore veronese. A Venezia l’accordo ha portato all’attivazione di uno sportello di consulenza settimanale presso la sede del centro rivolto a Odv e Aps. Anche il Centro di servizio della provincia di Belluno ha colto l’occasione offerta dall’accordo nazionale per qualificare ancor di più la propria azione verso il volontariato locale. A Vicenza, in occasione della firma del protocollo il 10 aprile scorso, è stato organizzato un convegno su “Lo stato dell’arte della riforma del terzo settore: l’aggiornamento degli statuti e la disciplina fiscale applicabile nel periodo transitorio” con gli interventi di esperti ed esponenti del non profit provinciale. Padova, infine, già nel 2018 aveva avviato un confronto tra i due enti per definire una forma di collaborazione duratura per dare alle associazioni consulenze professionali gratuite.

In Trentino, il Csv regionale di Trento ha ufficializzato l’accordo il 12 giugno scorso ma questo è già operativo da diverso tempo. Si è concluso da poco infatti un percorso formativo di 80 ore a cui hanno partecipato 38 commercialisti che operano in Trentino e una decina di funzionari dell’Agenzia delle Entrate: 35 di questi professionisti hanno poi deciso di donare oltre 1000 ore pro bono al volontariato per assistenza negli adempimenti previsti dalla riforma.

Per la regione Emilia Romagna compaiono nella lista i Csv di Parma, che già in passato aveva collaborato con l’Ordine territoriale dei commercialisti nell’ambito delle pari opportunità; Bologna, dove si è realizzato un corso di formazione specialistica sulla riforma del terzo settore, Ferrara e Forlì Cesena con Rimini. Per i presidenti di questi ultimi, rispettivamente Leonardo Belli e Giorgia Brugnettini, l’accordo “potrà rappresentare un’opportunità in più per entrambe le parti. Molto spesso, infatti, i centri di servizio per il volontariato vedono gli impegni burocratici come un ostacolo. In questo modo diventiamo interlocutori primari per i professionisti”.

Nelle Marche il Csv regionale ha firmato la convenzione con l’Unione regionale degli Ordini dei Commercialisti lo scorso maggio, permettendo ai due enti di collaborare su più fronti, nell’ottica di una crescita reciproca di competenze. L’accordo intende sviluppare un rapporto di collaborazione, anche attraverso gruppi di lavoro dedicati, con molteplici finalità.

In Molise, il Csv regionale ha avviato la sua collaborazione con gli Ordini professionali di Campobasso, Isernia e Larino nel gennaio 2019. Il protocollo, qui come nelle altre province, ha una durata biennale e può essere espressamente rinnovato dalle parti prima della sua scadenza.

La Campania conta ad oggi due accordi locali, quello del Csv di Avellino, che riporta la data del 26 marzo 2019, e quello di Caserta, arrivato ad aprile, grazie al quale sono state già realizzate iniziative formative e informative specifiche sul territorio.

Infine, in Sicilia, il Csv di Messina ha siglato la sua intesa nel mese di novembre, prevedendo attività formative dedicate in particolare alle nuove disposizioni indicate dal D.lgs 112/17 sull’impresa sociale e il D.lgs 117/17 sul Codice del terzo settore.

Si attendono ora gli accordi dei Csv di Friuli Venezia Giulia, Bergamo e Ravenna. Inoltre, i centri di Asti-Alessandria, Biella-Vercelli, Brindisi, Napoli, Palermo, Perugia, Treviso hanno già stabilito dei contatti per produrre analoghe intese locali.

“Il risultato raggiunto ad un anno di distanza dall’accordo tra CSVnet e il Consiglio nazionale dei commercialisti conferma che l’intuizione di mettere in connessione queste due realtà diverse, ma complementari era e resta valida – afferma il direttore di CSVnet, Roberto Museo -. La riforma necessita di un approccio multidisciplinare con la compresenza di competenze e professionalità diverse. È quanto si sta sperimentando con l’intesa raggiunta che ha stimolato sui territori un nuovo modello relazionale tra Csv e commercialisti, mai sperimentato fino ad ora. Queste le ragioni – conclude – che hanno consentito una positiva contaminazione reciproca, finalizzata agli enti di terzo settore, un supporto sempre più qualificato e professionale su temi quali l’amministrazione, le implicazioni fiscali, il controllo, l’accountability degli Ets”.

“La convenzione sottoscritta nel luglio 2018 ha suggellato un’alleanza che si sta esplicando a più livelli – dichiara Maurizio Postal, consigliere CNDCEC delegato al Non Profit -. Il primo è quello dei rapporti istituzionali con il governo e il mondo politico, a cui abbiamo portato indicazioni e suggerimenti concreti in merito ai decreti correttivi previsti dalla riforma. Questo lavoro proseguirà perché il ‘cantiere’ della riforma è ancora aperto, considerato ad esempio che il Registro unico del terzo settore andrà a regime, secondo le previsioni, a fine 2020. Il secondo livello è quello locale perché la convenzione tra CSVnet e Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili conteneva una bozza di protocollo d’intesa per i Csv e per gli Ordini locali. Anche su questo fronte c’è stato un successo notevole che conferma la volontà di collaborare dei nostri due mondi. I tanti accordi già firmati e gli altri in incubazione dicono che si tratta di un’alleanza molto sentita sul territorio. Confidiamo inoltre in una collaborazione concreta in merito al tema dell’esercizio dell’attività di autocontrollo”.

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