Il presidente di Terzjus Luigi Bobba, la Ministra Calderone e il presidente de Nuccio
C’è “apprezzamento”, da parte del ministro del Lavoro Marina Calderone, per il “ruolo e la funzione che il Consiglio nazionale dei commercialisti sta avendo sul tema strategico della riforma del Terzo settore. E ciò significa non soltanto, da professionisti, esaminare la norma ed i decreti attuativi, ma osservare la capacità di crescita” del comparto, anche perché “le norme ben scritte vanno nell’interesse delle persone, soprattutto di coloro che sono in maggiore difficoltà e hanno più bisogno di essere aiutati”. È quanto affermato dalla numero uno del dicastero di via Veneto nel corso dell’affollato convegno sull’evoluzione normativa e della prassi professionale degli Enti del Terzo Settore, organizzato a Roma dal Consiglio nazionale e dall’Ordine capitolino dei commercialisti assieme all’associazione Terzius (presieduta da Luigi Bobba) e introdotto dal Vicepresidente nazionale della categoria, Michele de Tavonatti.
Calderone ha messo in luce come “l’interlocuzione con il Consiglio nazionale dei commercialisti” si stia configurando come “fondamentale per i decreti attuativi e per ciò che dovremo ancora porre in essere, per rendere efficace la riforma” del Terzo settore. E ha spiegato che “manca il decreto sulla disciplina dei controlli degli Enti e manca l’autorizzazione Ue per il regime fiscale del Terzo settore e della impresa sociale. Il ministero del Lavoro – ha proseguito – sta portando avanti le interlocuzioni necessarie”, giacché è “importante dare certezza agli Enti”.
DE NUCCIO: “AL SERVIZIO LEALE DELLE ISTITUZIONI”
Concetti, quelli formulati dalla Ministra del Lavoro, apprezzati nel suo intervento dal presidente dei commercialisti, Elbano de Nuccio, che ha sottolineato come le professioni siano “al servizio leale delle Istituzioni”, evidenziando come si sia fondata “una triplice” con i Consigli nazionali del Notariato e quello forense, includendo nel discorso, poi, nel ‘perimetro’ di collaborazione, anche il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro.
De Nuccio ha poi rimarcato come il terzo settore abbia “una sempre maggior rilevanza sociale e, contestualmente, anche economica. Proprio l’interesse economico mosso dagli enti del Terzo settore deve, peraltro, essere uno stimolo per tutti noi professionisti a consentire una gestione sempre più consapevole e coscienziosa delle risorse che sono messe a disposizione per il perseguimento degli scopi ideali delle organizzazioni”. L’intervento del Ministero, presente anche con la Viceministra Maria Teresa Bellucci e il direttore Alessandro Lombardi, “è la plastica dimostrazione – ha detto de Nuccio – della costante interlocuzione tra le nostre realtà, oltre che del fatto che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è il vero deus ex machina della Riforma e l’istituzione a cui ci rivolgiamo per avere numi in merito all’interpretazione applicativa delle nuove disposizioni nonché, tra le altre cose, a proposito della gestione del Registro Unico Nazionale del Terzo settore (Runts)”.
la Viceministra Maria Teresa Bellucci, il Consigliere nazionale David Moro e il Vicepresidente de Tavonatti
Il presidente dei commercialisti ha poi lanciato un appello alla categoria affinché comprenda appieno che “l’evoluzione del Terzo settore è tale da richiedere anche specializzazioni professionali adeguate. Non è più sufficiente “traslare” le proprie conoscenze societarie”. A questo proposito, de Nuccio ha ricordato come il Consiglio nazionale abbia istituito un’apposita area di delega, affidata al Vicepresidente de Tavonatti e al consigliere nazionale David Moro, e tre Commissioni per rispondere alle molteplici esigenze e necessità di chiarimento in materia da parte degli iscritti”. “I commercialisti – ha concluso – sono attori principali nella gestione degli enti del Terzo settore: dalla stesura degli statuti, all’accompagnamento degli enti nel Runts con le valutazioni del patrimonio minimo, al deposito degli atti nel richiamato Registro, fino alla consulenza gestionale e fiscale, all’amministrazione e rendicontazione, ai controlli e alla gestione”. Per questo è importante che “non caschino nella autoreferenzialità e cerchino soluzioni condivise con tutti i principali soggetti chiamati a interagire nella gestione degli enti. Oltre al Ministero e alle organizzazioni medesime, un ruolo fondamentale, soprattutto in presenza degli enti con personalità giuridica, è ricoperto dai notai nella loro veste di pubblici ufficiali”.
Di professioni intellettuali “al servizio del Paese” ha parlato anche il presidente del Consiglio nazionale del Notariato Giulio Biino, mentre David Moro ha illustrato le tante e diversificate prerogative della professione nell’ambito del no profit.
La platea
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