“Valutazione aziende in crisi: criticità e spunti di riflessione” è il titolo del documento pubblicato oggi dal Consiglio nazionale dei commercialisti. Il lavoro, realizzato dalla Commissione di studio “Valutazione d’azienda” presieduta da Giovanni Liberatore, rientra tra le attività dell’area “Principi contabili e di valutazione”, alla quale è delegato il presidente nazionale della categoria Elbano de Nuccio.
La stima del valore in contesti di “crisi” rappresenta uno dei campi di maggiore difficoltà per chi effettua valutazioni d’azienda. Le “aziende in crisi”, rispetto alle “aziende in condizioni ordinarie” sono caratterizzate da un maggior profilo di rischio, correlato al fatto che il processo di risanamento passa attraverso l’attuazione di azioni correttive (ristrutturazione operativa e/o finanziaria), generalmente in discontinuità con il passato, di cui va tenuto conto nell’apprezzamento complessivo dei rischi nella costruzione della sintesi valutativa.
Come precisato anche nel documento OIV “La valutazione delle aziende in crisi”, l’esperto preliminarmente deve effettuare un’attenta analisi delle cause della crisi, della loro dimensione e diffusione sull’assetto strategico, gestionale, strutturale (SGS), dei tempi previsti per il turnaround e della percezione dello stato di crisi da parte di tutti gli stakeholder. Oltre all’esame delle cause, è poi necessario verificare il livello di gravità della crisi: maggiore è la gravità minori sono le alternative possibili per il recupero del valore.
Nella valutazione di aziende in crisi, come peraltro accade anche in altre fattispecie, la scelta della metodologia di stima è influenzata dal contesto di riferimento, dalla finalità dell’incarico e dalla configurazione di valore ricercata. Come meglio evidenziato nei Principi Italiani di Valutazione (“PIV”), la fase della scelta della metodica è successiva a quelle della formazione e dell’apprezzamento della base informativa e dell’analisi fondamentale (analisi contesto di mercato, driver di valore e loro evoluzione nel tempo, individuazione fattori di rischio e loro possibili effetti).
I capitoli della pubblicazione analizzano la valutazione di aziende in crisi in ottica “going concern” (analisi delle cause della crisi e rischiosità del piano e contesti valutativi); la base informativa, il business plan e la declinazione del rischio nella definizione dei flussi; il metodo finanziario nella valutazione: la stima del tasso e del terminal value.
“Il presupposto di questo documento – afferma de Nuccio – è che, in linea con quanto proposto da OIV, nella valutazione di aziende in crisi non si tratta di introdurre nuovi principi, ma di adottare alcuni correttivi nella declinazione operativa delle metodiche tradizionali al fine di renderle coerenti con il contesto valutativo, le finalità della valutazione e la configurazione di valore ricercata”.

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