Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti, in collaborazione con la Fondazione Nazionale di Ricerca della categoria, ha pubblicato un nuovo documento di approfondimento dal titolo “Rischio di infiltrazioni criminali e self-cleaning preventivo: il ruolo del Modello 231”, a cura della Commissione “Strumenti di compliance e MOG d.lgs. 231/2001 per aziende sottoposte a misure di prevenzione CAM”, operante nell’area “Compliance e modelli organizzativi delle imprese” alla quale sono delegati i consiglieri nazionali Fabrizio Escheri e Eliana Quintili .
Nel contesto delineato dal Codice Antimafia e dalle più recenti evoluzioni giurisprudenziali in materia di misure di prevenzione, l’adozione di un Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del d.lgs. 231/2001 rappresenta un passaggio cruciale per le imprese che intendono dimostrare la propria estraneità a condotte illecite e rafforzare la propria capacità di prevenzione del rischio di infiltrazione mafiosa. In particolare, il Modello 231 assume una valenza strategica in ottica di self-cleaning, sia per le imprese già coinvolte in procedimenti finalizzati all’applicazione di misure di prevenzione, sia per quelle che intendono attestare la propria affidabilità dinanzi a pubbliche autorità e operatori di mercato.
In entrambi i casi l’efficacia del Modello è valutata non solo sul piano documentale, ma soprattutto rispetto alla sua concreta implementazione: presidi di controllo, cultura della legalità, autonomia e operatività dell’Organismo di vigilanza. Il documento fornisce strumenti tecnici e giuridici alle imprese che operano in contesti a rischio, supportandole nel rafforzamento del proprio profilo reputazionale, nella tutela della continuità aziendale e nella costruzione di un rapporto di collaborazione con le istituzioni.
Fabrizio Escheri ed Eliana Quintili sottolineano come “un Modello 231 realmente efficace rappresenti oggi una leva fondamentale per prevenire le misure di prevenzione e per accreditarsi come soggetti affidabili agli occhi della magistratura, del mercato e di tutti gli stakeholder”.
Il documento propone inoltre un percorso metodologico rigoroso e aggiornato per la costruzione di sistemi di compliance aziendale, utile non solo alle imprese, ma anche ai professionisti – consulenti e membri degli Organismi di Vigilanza – che le affiancano in queste delicate attività. Una solida base normativa, la conoscenza delle best practice e l’analisi della giurisprudenza recente costituiscono il perno di un approccio integrato alla gestione del rischio penale e reputazionale.

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