Il Tribunale Amministrativo per il Lazio, Sez. V-ter, ha accolto il ricorso contro il silenzio inadempimento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sulla richiesta del Consiglio Nazionale dei Commercialisti di sottoscrivere lo stesso protocollo d’intesa già sottoscritto con i Consulenti del Lavoro per rilasciare l’Asseverazione di regolarità delle imprese in materia di contribuzione e retribuzione (Asse.Co.) . Lo comunica in una nota il Consiglio nazionale dei commercialisti.
IL TAR ha rilevato che l’attribuzione del potere di asseverazione ai consulenti del lavoro “non trova un titolo di legittimazione in una norma di legge ma in un accordo tra PP.AA. ex art.15 legge n. 241/1990 e più in generale nel potere certificativo proprio dell’Amministrazione”.
“Coerentemente con tale assunto” è scritto nella sentenza del TAR, il Consiglio nazionale dei commercialisti ha chiesto “l’avvio del procedimento finalizzato alla costituzione di un accordo, ex art. 15 della legge n. 241/1990, tra il Consiglio nazionale dei commercialisti e l’Ispettorato nazionale del lavoro, con il quale venga estesa ad esso negli stessi termini e condizioni la facoltà di rilasciare l’Asse.Co., come già in precedenza disposto in favore del Consiglio nazionale del consulenti del lavoro”.
Il TAR ha sollecitato l’inizio di una vicenda amministrativa che, secondo i commercialisti, dovrebbe svolgersi in modo analogo a quella già verificatasi in favore del Consiglio dei Consulenti del lavoro. Il Tribunale ha censurato la posizione di parzialità assunta dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro e ha ordinato a tale Amministrazione di prendere in esame la richiesta del Consiglio Nazionale dei Commercialisti di consentire ai propri iscritti che si occupano di adempimenti in materia di legislazione lavoristica in senso ampio di poter rilasciare l’Asse.Co.
Il Giudice ha fissato per l’Amministrazione il termine di novanta giorni per procedere e ha provveduto nel caso di persistente inerzia a nominare un commissario ad acta.
Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, “quella del TAR Lazio è una sentenza importante, con la quale si afferma con chiarezza il principio che le istituzioni non possono sottrarsi al confronto né discriminare professioni egualmente titolate a concorrere al corretto funzionamento del mercato del lavoro”.

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