Questa settimana è stata l’ultima di attività per i due rami del Parlamento che in realtà non son stati particolarmente oberati in questa fase di avvio legislatura. Sono state però prese alcune decisioni e impostati alcuni provvedimenti che arriveranno in discussione a Settembre.

Ovviamente tra le prima cose che il Governo ha dovuto approvare ci sono stati il Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2017 e le Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2018.

È stato inoltre approvato dalle commissioni parlamentari lo schema di atto aggiuntivo alla convenzione tra il Ministro dell’economia e il direttore dell’Agenzia entrate per la definizione dei servizi dovuti, delle risorse disponibili, delle strategie per la riscossione nonché delle modalità di verifica degli obiettivi e di vigilanza sull’ente Agenzia delle entrate-Riscossione, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2018, che è stato adeguato all’ Atto di indirizzo del Ministro dell’economia e finanze per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2018-2020.

Tra i primi provvedimenti portati dal nuovo Governo la proroga dei termini per l’obbligo di obblighi di fatturazione elettronica per le cessioni di carburante; particolarmente significativa poi l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento europeo in materia di abusi di mercato, che in particolare tratta dell’insider dealing e delle manipolazioni di mercato, estendendo l’ambito di applicazione della normativa.

Ma sarà subito alla ripresa delle attività parlamentari a Settembre che arriveranno i provvedimenti più significativi, nella prima metà del mese verrà approvato alla Camera il decreto milleproroghe, convertendolo in legge, dopo che al Senato è stato modificato nel passaggio in commissione. Uno dei punti che si è rivelato essere cruciale è quello del rinvio dei finanziamenti per gli interventi nelle periferie urbane. I Comuni italiani si aspettano che il Governo ritorni su questa decisone e proprio il rapporto tra il Governo e gli enti locali sarà uno dei banchi di prova più complicati per il nuovo esecutivo. L’ANCI si aspetta interventi di favore per la finanza pubblica locale.

Inoltre la scadenza della delega per la riforma delle procedure concorsuali è fissata per fine Ottobre, quindi subito dopo la pausa estiva il testo del decreto attuativo dovrà passare all’approvazione del Consiglio dei Ministri.

La riforma, data la mancata approvazione entro la fine della scorsa legislatura, ha subito un rallentamento poiché il neo ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di sottoporre a revisione alcune parti delle bozze di articolato definite dalla commissione presieduta da Renato Rordorf, ma sia il Ministero della Giustizia che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, hanno confermato davanti al Parlamento la volontà di dare piena attuazione alla delega.

La riscrittura selettiva è stata affidata alle mani esperte del nuovo capo dell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, Mauro Vitiello, sostituto Procuratore Generale in Cassazione e con una lunga esperienza di procedure concorsuali, reati economici e diritto tributario. Trasmesso a Palazzo Chigi il nuovo testo passerà all’esame del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi, guidato dal consigliere di Stato Ermanno de Francisco, che sovrintende tutta l’attività legislativa del Governo.

I principali punti oggetto di revisione riguardano il tema delle soglie di allerta, uno degli aspetti di maggior modernità del testo, ma, al contempo, un punto controverso poiché, data la cronica sottocapitalizzazione delle imprese italiane, il rischio da alcuni paventato è che vengano attratte in dinamiche patologiche anche imprese che altrimenti avrebbero un normale ciclo di vita.

Ovviamente i temi caldi dell’autunno saranno legati alle clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento delle aliquote IVA a partire dal 1 Gennaio 2019 dal 10% al 12% e dal 22% al 24,2%. Evitare l’aumento costerebbe 12,4 miliardi. E a partire dal 1 Gennaio 2020 è previsto un ulteriore scatto al 13% e al 24,9%.

Legato a doppio filo al tema dell’aumento IVA, se non altro per il fabbisogno di coperture, l’altro grande tema dell’autunno sarà quello della flat tax, su cui gli uffici governativi stanno elaborando varie ipotesi, ma che a quanto pare in prima battuta riguarderà soprattutto partite IVA  e imprese.

Altrettanto atteso l’intervento sulle pensioni più alte, sulle quali il Governo vorrebbe intervenire per ridurre l’assegno.

Dalla prima settimana di Settembre torneranno a riunirsi le Commissioni parlamentari e da quella successiva anche l’aula in entrambe le Camere, cosi si capiranno le reali intenzioni, le coperture e la portata degli interventi annunciati.

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