Il Ministro Giancarlo Giorgetti al convegno sui bonus edilizi

Salvare gli “esodati” del Superbonus, rimodulare la misura perché sia più sostenibile in futuro, rendendola al contempo strutturale. Sono i punti fermi sui quali sia il presidente che il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio e Salvatore Regalbuto, hanno insistito nei loro interventi al convegno “I bonus edilizi e le opzioni di sconto e cessione”, organizzato da Eutekne con lo stesso Consiglio nazionale e con l’Ordine dei commercialisti di Roma. In conclusione dei lavori il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che “possono essere utili alcune norme di natura interpretativa, finalizzate a eliminare incertezze applicative e deflazionare il futuro contenzioso,  proposte dal Consiglio nazionale dei commercialisti e che sono state valutate positivamente dal Viceministro Maurizio Leo”.

SALVARE GLI “ESODATI”

“Il Superbonus è stata una misura cruciale per il rilancio dell’economia nazionale nel periodo dell’emergenza sanitaria, ma è stata anche, probabilmente, la più “truffata” della storia della nostra Repubblica, e questo non certo per la sua intrinseca tecnicalità, ma per la mancata iniziale previsione per le opzioni relative ai bonus edilizi ordinari di controlli preventivi da parte dei professionisti, che si sono invece mostrati decisivi per evitare le frodi in materia di superbonus”, ha detto de Nuccio, aggiungendo che “il suo blocco è stato indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, ma ora va trovata una soluzione-ponte per la lunga lista dei cosiddetti “esodati” dalle opzioni, cioè coloro che, alla data del 16 febbraio, sono rimasti a metà del guado”. Occorre evitare di chiudere la porta in faccia a coloro che hanno operato nell’ambito di una sostanziale correttezza nonché di punire eccessivamente chi i lavori li ha fatti davvero, pur commettendo qualche errore meramente formale o documentale”, ha aggiunto.

Secondo il presidente dei commercialisti “tra i correttivi allo studio per le spese sostenute nel 2022, la soluzione da preferire sembra essere quella di dare la possibilità di comunicare, entro il prossimo 31 marzo, la cessione anche prima della conclusione dell’accordo, purché risulti avviata l’istruttoria. Per gli interventi di edilizia libera occorre invece tutelare quanto meno i lavori con acconti pagati prima del 16 febbraio scorso o, ancora, chi ha ordinato i materiali ma non aveva ancora eseguito nessuna opera, a tale data”.

Ma il tema decisamente più impellente, ha sottolineato Salvatore Regalbuto, “è ora individuare con la massima solerzia una soluzione per sbloccare l’enorme massa di crediti, che si stima in circa 19,5 miliardi, che attualmente imprese e cittadini non riescono a monetizzare. In quest’ambito, Il Consiglio nazionale sostiene la proposta di ABI-ANCE sulla compensabilità dei crediti all’interno dei modelli F24 intermediati dalle banche, nei limiti naturalmente di predeterminate quote percentuali. Si potrebbero poi coinvolgere nel processo di acquisizione dei crediti le principali imprese a partecipazione pubblica”.

Un momento dell’intervento di Elbano de Nuccio

Per Regalbuto il processo di conversione del decreto-legge 11/2023 rappresenta “l’occasione per fare chiarezza sui numerosi dubbi applicativi che a tre anni dall’entrata in vigore delle norme ancora persistono. Per tale ragione, il Consiglio nazionale ha presentato alcune proposte emendative al fine di chiarire, attraverso norme di interpretazione autentica, il perimetro applicativo della norma, al fine di evitare che in futuro si radichino copiosi contenziosi. Tra queste proposte ci sono la facoltà e non l’obbligo di liquidazione di stati avanzamento lavoro per gli interventi diversi dai Superbonus; la facoltà e non l’obbligo di inclusione nelle asseverazioni tecniche dell’attestazione di congruità delle spese relative all’apposizione del visto di conformità; la possibilità di accedere alla remissione in bonis nel caso di presentazione dell’allegato B, ai fini del sisma bonus e del super sisma bonus, successivamente al deposito del titolo edilizio o dell’inizio lavori; il perimetro temporale e oggettivo del requisito Soa per l’affidamento dei lavori in ambito Superbonus e una ridefinizione più chiara delle attestazioni necessarie ai fine del rispetto della normativa sull’antiriciclaggio”.

 CASE GREEN, SI A INCENTIVI, MA STRUTTURALI

 “La partita più importante da giocare per i bonus edilizi è certamente quella che riguarda il futuro da costruire”, ha proseguito il numero uno dei commercialisti. “Si tratta di valutare come riaccendere le macchine, cercando il necessario bilanciamento dei tanti interessi in gioco, ossia quelli di Stato, enti locali, contribuenti, imprese del settore dell’edilizia, sistema bancario e professionisti coinvolti. L’obiettivo deve essere, senza dubbio, quello di rendere strutturale il superbonus e le opzioni per la cessione e lo sconto in fattura, nella consapevolezza che tutto ciò ha un costo che graverà sulle spalle di tutti i nostri figli e nipoti e che pertanto non può essere riconosciuto a tutti, indistintamente e senza condizion”. “La maggiore stabilità dell’agevolazione – ha aggiunto – deve passare comunque anche per una selezione più puntuale degli interventi agevolati con la maxi-aliquota e con la facoltà di opzione per sconto e cessione. Si potrebbe partire dalla salvaguardia per sismabonus, aree terremotate, Terzo settore e IACP”.

Salvatore Regalbuto

“L’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva Ue per l’efficienza energetica degli edifici – ha affermato Regalbuto – è un dato di cui ovviamente bisognerà tener conto. Il patrimonio edilizio italiano è particolarmente inefficiente e vetusto e in larga parte storico. Si possono discutere gli obiettivi, gli strumenti e i criteri proposti a livello europeo, ma non la necessità di definire una traiettoria di medio-lungo termine. Essa costituisce requisito essenziale per rimettere ordine a un sistema di incentivi troppo eterogeneo che soffre di instabilità temporale, moltiplicazione e frammentazione normativa e debole efficacia. Ed è proprio di questa semplicità, stabilità e sicurezza normativa che hanno bisogno cittadini, imprese e investitori per rendere la riconversione edilizia un’opportunità di crescita e di sicurezza energetica”

Secondo Regalbuto “il dibattito dovrebbe quindi concentrarsi su come migliorare questi meccanismi, rendendoli più accessibili anche alle famiglie a basso reddito, più sostenibili per le finanze pubbliche e più efficaci nella riduzione delle emissioni. Occorre mettere a frutto – ha concluso – le risorse destinate alla rigenerazione urbana del PNRR (3,3 miliardi) con obiettivi chiari e condivisi che portino ad un superbonus 2.0 più semplice, mirato ed efficace, che preservi l’importante ruolo di garanzia dell’interesse pubblico svolto dai professionisti e che sia garanzia di sicurezza energetica, di valorizzazione del patrimonio edilizio e, più in generale, di crescita e sviluppo del Paese”.

GIORGETTI: “IL 110% PER TUTTI NON TORNERA’ MAI PIU’”

L’evento si è concluso con l’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che ha ricordato come la disciplina del superbonus nel biennio 2021-2022 ha prodotto crediti di imposta nella misura di 60 miliardi di euro all’anno, che si rifletteranno in 120 miliardi di euro di minori incassi per lo stato spalmati sino al 2026.

“È la mole dei crediti di imposta, che sono sorti nel 2020, nel 2021 e nel 2022, ad aver reso non procrastinabile di un solo giorno la decisione che il Governo ha preso con il decreto numero 11 dello scorso 16 febbraio per mettere in sicurezza il bilancio dello Stato ed evitare di attirare nuovi “illusi in buona fede” nella “trappola” di sconti in fattura che non si riescono più a fare o, che se si fanno, non si riescono più a incassare con la cessione del corrispondente credito”.

“Una decisione che il Governo ha assunto prevedendo comunque una disciplina transitoria che consentirà di continuare ad esercitare le opzioni di sconto e di cessione su tutti gli interventi per i quali risultano già presentate le richieste di titolo edilizio abilitativo – ha continuato –. Pur non essendo disponibili a modificare nel suo complesso la data da cui decorre il blocco, siamo aperti a valutare con il Parlamento interventi mirati su questioni particolari e pensiamo anche che possano essere utili alcune norme di natura interpretativa, finalizzate a eliminare incertezze applicative e deflazionare il futuro contenzioso, che sono state proposte dal Consiglio nazionale dei commercialisti e che sono state valutate positivamente dal Viceministro Leo”.

“Una stagione di bonus al 110% per tutti e di opzioni di sconto o cessione per un numero ampissimo di interventi non tornerà mai più – ha concluso il ministro –. Il governo è assolutamente aperto al confronto per la costruzione di un “secondo tempo sostenibile” dei bonus edilizi, degli sconti e delle cessioni, che guardi alle importanti sfide di transizione che attendono il Paese nei prossimi anni. Naturalmente, qualsiasi proposta che il governo o il Parlamento facessero propria, dovrà camminare su solide gambe di spazi fiscali e finanziari che potranno tenere conto dell’esperienza pregressa ai fini delle loro quantificazioni e che dovranno tenere conto delle nuove regole di contabilità ai fini delle loro classificazioni nel deficit statale”.

 

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