Maurizio Postal 

“Serve una proroga delle scadenze fiscali di fine novembre subito, non a dicembre”. In un’intervista a Rai Radio 1, il consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla fiscalità, Maurizio Postal, è tornato a ribadire la richiesta già formulata dalla categoria al Governo nelle sorse settimane. “Avevamo chiesto il rinvio con una lettera a Gualtieri del 10 novembre”, ha ricordato Postal, sottolineando come la “preoccupazione principale è legata alla scadenza del 30 novembre delle dichiarazioni dei redditi perché abbiamo in questo momento gli studi decimati, quando non chiusi, per i noti motivi legati alla pandemia, con colleghi positivi o in isolamento”. “Il rispetto di questo termine – ha aggiunto –  per noi diventa un’angoscia che sta facendo passare le notti al lavoro ai nostri colleghi, ai pochi che riescono a lavorare”.

Lo scenario economico

Oltre alla preoccupazione per l’organizzazione degli studi dei professionisti “c’è quella”, ha ricordato il consigliere nazionale, “relativa ai versamenti e quindi agli esborsi di liquidità da parte dei contribuenti da noi assistiti che sono principalmente professionisti e imprese”. “Novembre è un mese campale”, ha spiegato, “con la scadenza del secondo acconto delle imposte con il quale si versa il 60% delle imposte dovute per l’anno 2020, ancorata ai dati storici del 2019, un altro mondo”.

Nell’intervista a Rai Radio 1, Postal ha ricordato come ci siano “provvedimenti che prevedono sospensioni per determinate categorie che rientrano in zona rossa, mentre per altre categorie era già previsto lo slittamento dell’acconto al 30 aprile, però questo riguarda solo quei soggetti che hanno registrato una flessione del fatturato nel primo trimestre del 2020 di almeno il 30%. Riteniamo che servirebbe un provvedimento più vasto”.

 

Le difficoltà dei commercialisti

“Abbiano una grande pressione perché non abbiamo mai smesso di lavorare, neanche durante il primo lockdown e abbiamo dovuto gestire gli adempimenti ordinari dei nostri clienti assieme alla gestione dei nuovi bonus, dei provvedimenti a favore delle imprese. Abbiamo avuto un super lavoro, avendo i problemi di personale che hanno avuto tutti per malattia, lockdown, gestione dei figli a casa”.

Il Governo non ascolta

Sul fronte dei ristori Postal ha sottolineato come i commercialisti abbiano avuto “per tre mesi e solo per le fasce di reddito basso, i 600 euro poi diventati 1000”. Ma i commercialisti, come tutti i professionisti, ha denunciato il consigliere nazionale “sono stati esclusi dai contributi a fondo perduto concessi invece a tutti gli artigiani e commercianti, cioè a tutti gli altri autonomi. C’è in questo un’evidenza incapacità di ascolto da parte del governo. Abbiamo vissuto le scadenze dei pagamenti estivi, ossia quelle di giugno, luglio e agosto e siamo stati costretti a lavorare tutta l’estate. Veniamo da un periodo veramente pesante e difficilissimo. Adesso una gestione anticipata delle scadenze di novembre sarebbe estremamente importante. Non vorremmo arrivare al 2 dicembre per vederci prorogate le scadenze di novembre, dopo aver passato le notti e aver perso un po’ di salute per essere rispettosi degli obblighi nostri e dei nostri clienti”.

 

 

 

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